Quadrivio Group, che ha anche in programma il lancio di un PIR alternativo, invita a prediligere gli investimenti nei settori più caratterizzanti dell’economia
Quadrivio Group è una realtà attiva nel mondo degli Investimenti Alternativi. Il Gruppo opera attraverso team dedicati nei settori del Private Equity, del Private Debt e dei Managed Accounts. La società offre molteplici soluzioni di investimento, capaci di soddisfare i più diversi profili di rischio. La mission di Quadrivio Group è quella di monitorare le tendenze internazionali, sviluppando prodotti in linea con le esigenze degli investitori, sia privati che istituzionali. Il track record, con oltre 100 investimenti, e i team altamente specializzati hanno consentito nel tempo di raggiungere risultati ambiziosi e di ottenere performance da top quartile. Il management detiene il 100% di Quadrivio Group e investe direttamente nei fondi, determinando così un completo allineamento degli interessi interni con quelli degli investitori. Quadrivio Group ha sedi in Lussemburgo, Londra, Milano, New York e Hong Kong.
In questo scenario post pandemico il private equity giocherà un ruolo determinante, apportando equity alle imprese e affiancandole nel processo di managerializzazione, innovazione e internazionalizzazione”. Ne è convito Walter Ricciotti, Ceo di Quadrivio Group, secondo il quale è dunque fondamentale che gli investitori continuino a dare fiducia all’asset class e a investire in economia reale.
Negli ultimi anni è cresciuta velocemente l’attenzione degli investitori per le soluzioni di private market. Quali sono stati i driver?
L’attenzione e l’interesse degli investitori per il private market sono decisamente cresciuti negli ultimi anni per almeno tre motivi: i rendimenti dei private market sono stati elevati e meno volatili dei public market, le asset class alternative, private equity in primis, sono ora decisamente più conosciute di quanto non fossero fino a qualche anno fa e in tutto il mondo qualsiasi portafoglio diversificato ha una percentuale significativa di allocazione nei private market, e finalmente questa consapevolezza è arrivata anche in Italia.
In particolare, stiamo assistendo a una democratizzazione dei private market: accessibili a una platea sempre più ampia di investitori attraverso nuovi strumenti, come i PIR alternativi. Cose ne pensate di tale trend?
Se da un lato è interessante e auspicabile che un numero maggiore di investitori possa accedere all’investimento in asset class di private market (e i PIR alternativi sicuramente favoriranno questo trend, che peraltro era già in atto), dall’altro è importante che chi investe in queste asset class ne sia conscio e conosca bene le caratteristiche dei prodotti, cosa che non sono sicuro possa avvenire se le tranche di investimento diventano troppo esigue in termini di ticket minimo di ingresso.
Voi siete attivi nel mercato del private equity da oltre 20 anni. Quali caratteristiche vi hanno differenziato?
Le nostre principali caratteristiche distintive, che ci hanno permesso negli anni di ottenere perfomance e risultati significativi, sono tre: l’approccio industriale, la partnership con gli imprenditori e la visione internazionale. Il nostro approccio industriale ci ha permesso di focalizzarci sui driver di crescita delle società in cui abbiamo investito, senza affidarci all’ingegneria finanziaria per creare valore e plusvalenze, ma lavorando su miglioramenti organizzativi, evoluzione del business model e supporto nella definizione delle migliori strategie per creare delle piccole multinazionali di base italiana. Ciò è molto legato al secondo aspetto, che è la partnership con gli imprenditori. In tutte le operazioni, dove abbiamo investito in aziende familiari che normalmente non avevano mai avuto altri soci, abbiamo interpretato il nostro investimento come un’unione che valorizzi le capacità degli imprenditori con il nostro contributo di analisi, strategia e network. Infatti nella maggior parte dei nostri investimenti degli ultimi 20 anni, quasi sempre di maggioranza, l’imprenditore/trice ha sempre mantenuto una quota significativa della società, così da assicurare una più facile transizione da un’azienda interamente familiare a una più managerializzata. La terza caratteristica specifica è stata la nostra attenzione all’internazionalizzazione delle imprese in cui abbiamo investito. Per aiutare le aziende di portafoglio nella crescita nei principali Paesi esteri ci siamo organizzati noi per primi con una struttura internazionale che, ad oggi, ci vede operare dalle nostre sedi di Milano, Londra, Lussemburgo, New York e Hong Kong.
La recente pandemia di Covid19 ha profondamente cambiato lo scenario finanziario ed economico. Ritenete vi siano oggi più opportunità d’investimento per gli operatori di private equity come voi?
L’emergenza scaturita dal Covid19 ha certamente cambiato lo scenario finanziario ed economico. Malgrado l’impatto negativo del lockdown e le preoccupazioni legate alla ripresa economica, riteniamo tuttavia che oggi non manchino nuove e numerose opportunità di investimento. Come Quadrivio Group non ci siamo mai fermati. Lo conferma il fatto che negli ultimi due mesi abbiamo firmato quattro nuove esclusive che ci auguriamo di concretizzare in investimenti entro la fine dell’anno. Riteniamo anche che in questo scenario post pandemico il private equity giocherà un ruolo determinante, apportando equity alle imprese e affiancandole nel processo di managerializzazione, innovazione e internazionalizzazione. È dunque fondamentale che gli investitori, sia istituzionali che privati, continuino a dare fiducia all’asset class e a investire in economia reale. È importante a tale proposito anche evidenziare come, in occasione di un periodo di rallentamento economico come quello attuale, gli investimenti alternativi performino storicamente meglio dei mercati quotati, e come gli investimenti effettuati dopo la fase critica delle crisi tendano a generare un rendimento superiore alla media. Gli investimenti futuri, a nostro avviso, dovranno prediligere i settori più caratterizzanti e a più alto potenziale della nostra economia, a riconferma della scelta fatta anni fa di investire attraverso fondi specializzati, quali Made in Italy Fund e Industry 4.0 Fund.
Cosa prevedono le strategie d’investimento di questi due fondi?
Made in Italy Fund investe nelle aziende simbolo dell’eccellenza appunto del made in Italy, in particolare nei settori del fashion, del design, del beauty e del food, mentre Industry 4.0 Fund investe in Pmi dei settori manifatturieri e dei servizi, che attraverso le nuove tecnologie 4.0 possano migliorare la loro competitività e profittabilità. In un mercato globale, sempre più complesso, crediamo che la specializzazione dei gestori sia una condizione necessaria per supportare la crescita delle Pmi, consentendo loro di operare in modo più efficace nei settori di appartenenza, grazie a team dedicati e a un know how specifico.
Questi prodotti sono ancora aperti alle sottoscrizioni? Avete anche in programma in lancio di nuovi fondi?
Entrambi i nostri attuali fondi di private equity sono ancora aperti alle sottoscrizioni per qualche mese. I target di raccolta sono rispettivamente 200 milioni di euro per Made in Italy Fund e 300 milioni di euro per Industry 4.0 Fund. Abbiamo in programma anche il lancio di un nuovo fondo di private equity, nella forma di un PIR alternativo, per poter beneficiare dei nuovi incentivi fiscali per gli investitori privati. Stiamo inoltre studiando altri fondi che lanceremo nei prossimi anni, sempre puntando sulla specializzazione dei team di gestione e delle strategie di investimento.
Infine, la sostenibilità è divenuta un tema centrale per gli investitori. Adottate criteri ESG negli investimenti?
Nel corso degli ultimi anni il management di Quadrivio Group ha dedicato sempre più attenzione alle tematiche ESG, privilegiando costantemente investimenti sostenibili e responsabili. Misurare, gestire e migliorare gli impatti ambientali, sociali e di governance è oggi un’esigenza imprescindibile per noi operatori di private equity, che risponde alla crescente sensibilità sviluppata dagli investitori rispetto a tali tematiche. È dunque fondamentale per noi adottare strategie di investimento sostenibili e responsabili, orientate al medio/lungo periodo, che integrino l’analisi finanziaria ed economica con quella ambientale, sociale e di governance, al fine di creare valore per gli investitori e per le società acquisite. Quadrivio Group, che ha già da tempo aderito ai criteri UN PRI, ha dunque deciso di integrare le tematiche ESG in tutte le fasi operative: dall’operazione di investimento alla gestione delle partecipate, fino alla fase dell’exit. Riteniamo infatti che nel momento in cui venderemo le società in portafoglio avendo raggiunto i migliori standard ESG, ciò darà un ulteriore contributo alla valorizzazione delle stesse, aumentandone ancor più le opportunità di generare rendimenti elevati sull’investimento.